Parliamo di turismo

Categoria: Turismo
Pubblicato Giovedì, 21 Gennaio 2016 13:09
Scritto da rossano
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Angelo D’Amario e' un giovane agronomo di Atri attualmente fuori per lavoro , conosciuto a Montefino e nella valle per aver aiutato diverse aziende agricole ed agrituristiche. Un giovane che grazie al suo impegno ha portato anche molta gente a Montefino nelle diverse strutture recettive presenti , un giovane che definiamo dei fatti e non delle parole con lui parliamo di turismo.

 

 

 

1) Lei e’ un giovane , uno dei fatti e non delle parole , ha collaborato con diverse strutture recettive montefinesi di fatto e’ riuscito a portar tanta gente  , non vogliamo rubarle i segreti , tuttavia siamo troppo curiosi come ha fatto?

Innanzitutto grazie per l'opportunità, tengo a precisare che non sono un agente immobiliare oppure un tour operator, bensì un agronomo con esperienza pluriennale fuori dal contesto italiano, poliglotta, abituato a viaggiare e specializzato nella strategia di impresa ed in audit nel managment dell'impresa agricola. 
Ritornando alla domanda posta, per riuscire a convincere persone a scegliere come meta turistica una località poco conosciuta a livello nazionale o internazionale, ritengo che sia importantissimo avere delle idee ed obiettivi, entusiasmo ed una conoscenza a 360° del territorio che si intende promuovere, senza esagerare nella divulgazione dei dati con nozioni storiche o scientifice, i quali possono rendere noiosa l'esperienza, diventando addirittura controproducenti nella promozione.
 
Il tutto va condito con inventiva, esperienza in contesti di successo, ed investimenti sia economici che di tempo. Effettivamente il progetto turistico di albergo diffuso iniziato non solo a Montefino, ma in tutta la Vallata del Fino e parte del territorio montano del Comune di Atri, è stato concepito dal bisogno da parte di alcuni operatori agricoli di coprire gli onnipresenti costi fissi delle proprie strutture ricettive, nate/adeguate a seguito della concessione di fondi comunitari destinati alla ricettività rurale soprattutto negli anni '90.
 

2) Una frase che spesso pronunciamo sul nostro sito , il turismo riempie la bocca e non la pancia secondo lei e’ vero?

Preferisco non fare discorsi autocommiseranti. È sicuramente vero che spesso in incontri pubblici vengano interpellati ipotetici opinion leaders che sanno solo parlare di turismo, ma non hanno la più pallida idea di che cosa si tratti o di come sia possibile riuscire a generare introiti sostenibili. La diffusione di informazioni sbagliate o campate in aria può condizionare le scelte di una comunità, producendo effetti poco piacevoli del tipo cattedrale nel deserto o investimenti fini a se stessi, pertanto credo che prima di dare per assunta una verità, sia necessario rimettere in discussione un concetto o un'idea moltissime volte ed in maniera obiettiva, valutando principalmente i risultati e le esperienze pregresse.
Sono convinto che il turismo può riempire anche la pancia, se dietro una strategia vi siano: logica, basi di economia, consapevolezza dei mercati turistici e del contesto del bene che si intende promuovere, conoscenza delle lingue ed esperienza in contesti di successo.

3) Se lei fosse incaricato di promuovere il turismo montefinese cosa farebbe, quali i primi passi?

Innanzitutto definirei gli obiettivi su un'unità territoriale turistica nella quale sviluppare contratti di rete tra operatori del settore balneare/ agricolo/ricettivo/ristorativo. L'unità territoriale turistica dovrebbe essere un'area nella quale il turista puo' muoversi agevolmente sia con mezzi propri che pubblici e trovare tutto (spiaggia, area boschiva, fiume, lago, montagna, borgo, cantina, oleificio, allevamento, albergo, campeggio, ostello, appartamento, ecc). Farei un'indagine geospaziale di tutto ciò che il territorio può offrire al turista, dalle attività economiche ai punti di interesse, ai percorsi ciclo-ippo-pedonali ed infine cercherei in tutti i modi di condividere questi contenuti multilingua in tutto il mondo tra persone che potrebbero apprezzare il territorio anzidetto. Dietro le quinte, analizzerei invece ciò di cui il territorio ha bisogno e farei in modo di colmare il gap. E' ovvio che intercettare fondi europei/ministeriali, ripristino di sentieri naturalistici e segnaletica, garanzia di servizi di trasporto pubblico (o car-sharing) ed una rete stradale in buone condizioni, siano i capisaldi per far sì che l'esperienza turistica sia piacevole e non diventi un incubo.

4) Una famiglia che dovesse vivere con un agriturismo a suo avviso ce la farebbe a sbarcare il lunario?

Pensare di vivere solo di ricettività nell'entroterra abruzzese, da quanto ho potuto constatare, è un pò utopistico. Questo non avviene nemmeno nella tanto citata Santo Stefano di Sessanio, bisognerebbe essere in un posto di elevata affluenza turistica 12 mesi su 12. Inoltre se gli investimenti a monte sono relativamente alti (>100.000 euro), si tratterebbe in un contesto medio abruzzese, di un investimento con tempi di ammortamento biblici, ergo insostenibili. Certamente un'attività agrituristica, se accompagnata da ciò che l'agriturismo dovrebbe realmente fare per me, ovvero produrre prodotti agroalimentari, trasformarli e venderli (confezionati o serviti), allora si potrebbe sbarcare il lunario, tuttavia anche in questo caso i risultati non arrivano subito ed è necessario farsi un mercato e prevedere un fondo di accantonamento personale in grado di coprire eventuali bisogni in attesa della "rivelazione" del successo della propria idea imprenditoriale, ovvero dell'inizio della fase di surplus. È altresì importante saper rinunciare a ciò che non rende, o fermarsi, può anche succedere per fattori esterni non voluti.

5) Se avesse centomila euro da investire nel nostro paese come li investirebbe?

Istallerei un prefabbricato in legno con punto vendita prodotti tipici e piccola ristorazione, con annesso campeggio naturalistico ed un lago a pagamento in una zona ben servità dai mezzi pubblici, paesaggisticamente suggestiva e centrale in un'unità territoriale turistica. 

6) Secondo lei le scelte politiche , e le iniziative imprenditoriali private per altro poche nel nostro Paese sono state comunque giuste?

Penso che in passato sia stato giusto concedere fondi per la ristrutturazione degli immobili rurali a fini ricettivi, hanno permesso di far lavorare moltissime persone, hanno rappresentato una fase di benessere per 10 anni. Tuttavia spesso si è permesso di deturpare splendide abitazioni in mattoni, permettendo l'uso di materiali non compatibili con il contesto culturale, spesso anche pericolosi da un punto di vista statico (mi vengono in mente i terribili tetti in cemento armato realizzati su antiche strutture in mattoni che un tempo avevano il tetto in legno).
Sicuramente la politica può e deve fare ancora molto servendosi di opportune figure consultative tecniche, ascoltando i bisogni delle persone e sostenendo le attività imprenditoriali, partecipando ai tavoli di concertazione regionali sul PSR, nei quali spesso si decidono le sorti degli investimenti nei territori dell'entroterra attraverso misure estremamente specifiche.
 

7) Se dovesse dare un consiglio al nostro sindaco ed ai cittadini quale darebbe?

Partecipare sempre ai tavoli tecnici riguardanti il PSR, avvalersi di personale qualificato e con esperienza, sviluppare un piano strategico e raccogliere in modo scientifico e rigoroso tutti i dati necessari al rilancio del territorio, infine fare... 
 

8) Siamo in chiusura , secondo lei per il nostro Paese ci sara’ un ritorno ai fasti di un tempo?

Obiettivamente i fasti di un tempo non ho avuto modo di conoscerli in prima persona, ma è possibile vedere i prodotti, tuttavia credo che ci sia molto da fare ed è possibile dare a Montefino o ad un'unità territoriale turistica ben definita il giusto lustro che si meritano.

 

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