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Mi metto in proprio?

 L'esperto risponde alle nostre domande leggete con molta attenzione!

  

Crisi uguale sempre meno posto “sicuro” sempre meno lavoro dipendente sempre mano lavoro in fabbrica , mentre si richiede capacita’ di adattamento al lavoro temporaneo ecc. cose comunque dette e ridette che danno noia ma  soprattutto non riempiono la pancia.

Da parte della politica c’e’ una spinta verso il mondo delle partite iva , mettetevi in proprio aprite una partita iva ! incentivati sovente da finanziamenti , della serie inventatevi un lavoro!

Giusto , bello , potremmo dire , tuttavia vale la pena riflettere , o meglio fare i conti per non fare scelte dissennate che potrebbero aggravare situazioni gia’ difficile , e come si dice dalle nostre parti “ mi so’ fatt lu segn de la croc e mi so cacciat lucchie” mi sono fatto il segno della croce e mi sono cacciato l’occhio.

 

Quindi ci sono delle domande da porsi cosa posso fare? cosa posso vendere? ,   ecc. ma soprattutto quante e quali tasse dovro’ pagare per una partita iva?  

Cosa sono i contributi minimi inps , versamenti iva , regimi di contabilita’ 

 

A tutto questo vanno aggiunti i costi di gestione di un locale se parliamo di attivita’ che necessita’ di un locale.

 

Conti che vanno fatti non per eccessivo pessimismo ma per ovvia prudenza al fine di valutare e soprattutto di non perdere soldi in un momento in cui la prudenza e’ doverosa.

 

Allora ho chiesto parere ad un consulente che nei prossimi giorni rispondera’ alle mie domande.  

 

 

 

 

Chi vuole rilevare un locale commerciale sia un bar o un alimentari per evitare la cosidetta fregatura , e di veder persi i propri risparmi a chi si deve rivolgere oltre all'amico confidente?

 

 

 

 La risposta è ovvia al commercialista il quale:

 

-          si occupa della costituzione di società e ditte individuali;

 

-          provvede agli adempimenti correnti;

 

-          si occupa, in maniera professionale, delle gestioni straordinarie aziendali (tra cui conferimenti, scissioni, fusioni ed ovviamente cessioni d’azienda o di quote delle stesse).

 

 

 

Insomma a chi pensa di aprire partita iva , o rilevare un'attività quali consigli dare ?

 

 

 

Essere prudenti nella scelta dell’attività da avviare o da rilevare e soprattutto affidarsi ad un qualsiasi commercialista, purché serio.

 

 

 

Da commercialista "navigato" quali sono i settori che potrebbero garantire successo nel nostro territorio:

 

 

 

Il mio lavoro non consiste nell’indirizzare un cliente in una determinata attività economica: ogni imprenditore deve avere ben chiara la sua business idea.

 

Sicuramente un commercialista dispone di tutti gli strumenti per valutare se l’attività da intraprendere abbia tutti i requisiti per poter “ stare in piedi” sotto il profilo patrimoniale, finanziario ed economico. Dunque, per quanto mi riguarda, consiglierò o scoraggerò il cliente/imprenditore in funzione delle risposte che solo i numeri, scolpiti in un business plan, possono dare.

 

 

 

Tuttavia, se proprio dovessi dare un consiglio, io propenderei nell’avviare un’attività di trasformazione e commercializzazione ( in Italia ed all’estero) di prodotti tipici ( legati al nostro territorio) a marchio proprio.  E ve ne sono tanti dall’olio, al miele, dalle confetture ai salumi etc….

 

 

 

La cosa che mi preme dire a chi volesse investire in una nuova attività è quella di verificare l’esistenza dei requisiti per poter:

 

-           beneficiare di finanziamenti a tasso agevolato e/o a fondo perduto (sotto il profilo finanziario);

 

-           utilizzare particolare regimi fiscali agevolati come ad esempio quello delle nuove iniziative imprenditoriali o quello dei c.d. Minimi (sotto il profilo dei fiscale).

 

 

 

Ad esempio per persone fisiche che intendessero avviare un'attività di lavoro autonomo in forma di ditta individuale vi è la possibilità di ottenere un finanziamento fino a circa € 25.000 di cui il 50% a fondo perduto e la restante parte a tasso agevolato.

 

 

 

Per presentare la domanda i proponenti devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

 

  • maggiorenne alla data di presentazione della domanda;
  • non occupato alla data di presentazione della domanda;
  • residente nel territorio nazionale;

 

 

 

  • La sede legale, operativa e amministrativa deve essere ubicata nelle regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia

 

 

 

Mentre per chi volesse avviare un’attività imprenditoriale di piccola dimensione nella forma di società di persone il contributo di cui sopra può salire fino a circa  € 129.000.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cos'e' il contributo minimale inps che diciamolo pure oggi toglie il sonno a tanti Italiani? e comunque si paga indipendemente dal reddito?

 

 

 

1. Contribuzione IVS sul minimale di reddito

 

 

 

Annualmente L’Inps determina il reddito minimale da prendere in considerazione ai fini del calcolo del contributo IVS dovuto dagli artigiani e dagli esercenti attività commerciali.

 

Tali contributi sono dovuti al fine  di raggiungere il diritto ad una prestazione pensionistica.

 

Per l’anno 2014 il contributo minimale è pari a € 15.516,00.

 

I contributi si calcolano applicando un’aliquota  ( che varia annualmente ) sul reddito fiscale. Essi si versano in quattro rate fisse.

 

 

 

Sempre per il 2014 le aliquote risultano essere le seguenti:

 

-      Per gli artigiani: 22.2%;

 

-      Per i commercianti: 22.29% 

 

In conseguenza di quanto sopra, il contributo calcolato sul reddito “minimale” risulta così suddiviso:

 

 

 

  Per il 2014

Artigiani

Commercianti

titolari di qualunque età e coadiuvanti / coadiutori di età superiore ai 21 anni

3.451,99 (3.444,55 IVS + 7,44 maternità)

            

3.465,96 (3.458,52 IVS + 7,44 maternità

 

 

 

Nota bene: il reddito fiscale è cosa ben diversa dal fatturato poiché il primo è dato dalla differenza tra i ricavi ed i costi ( rilevanti ai fini fiscali).

 

 

 

Qualora il contribuente dovesse conseguire un reddito fiscale inferiore al minimale  sarà sempre obbligato a pagare i contributi minimi fissi alle scadenze che seguono:

 

 

 

16 maggio € 861.14

 

 

 

16 agosto € 861.14

 

 

 

16 novembre € 861.14

 

 

 

16 febbraio € 861.14

 

 

 

 

 

Nel caso in cui, invece, si dovesse conseguire un reddito superiore al minimale l’imprenditore dovrà anche pagare i contributi sul reddito eccedente il minimale secondo aliquote differenziate per scaglioni.

 

 

 

     

 

2 – Contribuzione IVS sul reddito eccedente il minimale

 

 

 

Le aliquote contributive, pertanto, risultano determinate come segue:

 

    

 

 

scaglione di reddito

Artigiani

Commercianti

titolari di qualunque età e coadiuvanti / coadiutori di età superiore ai 21 anni

fino a 46.031,00

22,20 %

22,29 %

da 46.031,01

23,20 %

23,29 %

     

 

 

 

Oggi un giovane che volesse aprire una partiva iva come artigiano , o commerciante a quanti e quali costi annui andrebbe incontro escludendo le spese di un eventuali locale che si andrebbero comunque a sommare!

 

 

 

 

 

Sicuramente dovrà pagare:

 

-      le imposte dirette sul reddito (Irpef la quale è un’imposta progressiva per scaglioni , l’irap in particolari casi di autonoma organizzazione e /o imposte sostitutive in casi di regimi fiscali agevolati) oltre alle addizionali comunali e regionali;

 

 

 

-      il premio INAIL perché possa disporre di una copertura assicurativa per incidenti sul lavoro ( il premio varia a seconda del rischio dell’attività esercitata);

 

 

 

-      I diritti camerali che per un’impresa individuale ammontano ad  € 88,00 l’anno ;

 

 

 

-      Il costo del consulente (variabile a seconda del fatturato e della quantità di adempimenti richiesti);

 

 

 

-      costi relativi all’immobile ed alle utenze;

 

-      Il costo per aprire e gestire un normale conto corrente su cui far transitare gli incassi ed i pagamenti dell’attività esercitata ( varia da banca a banca, ma lavorando in una realtà come la nostra non si può che fare riferimento all’istituto finanziario locale per eccellenza cioè la BCC di Castiglione M.R.)

 

 

 

Non rientra tra i costi l’IVA  poiché essa grava sempre sul consumatore finale: in tanti si lamentano di doverla pagare, ma in realtà stanno restituendo quella componente che, con il meccanismo della detrazione e della rivalsa, spetta all’erario.

 

 

 

Di seguito riporto un paio di piccoli esempi per poter per chiarire le idee ai lettori.

 

 

 

Nel caso in cui l’imprenditore dovesse fatturare € 19.000 ed avere costi totali  per € 4.500, lui disporrà di un reddito di € 14.500 al quale dovrà detrarre imposta irpef ( pari ad € 1.662). Il suo reddito netto sarà dunque di € 12.838. Deve sempre versare solo i contributi minimali di € 3.452.

 

Quindi in tasca si ritroverà  € 9.386. Nella stima non ho considerato detrazioni per carichi di famiglia e non ho considerato la tassazione relativa a particolari regimi fiscali agevolati.

 

 

 

Di converso se il reddito dovesse essere pari ad € 19.000 l’imposta irpef salirà ad € 2.820; in caso di soggetto con moglie a carico l’imposta scenderà ad € 2.130; verserà eccedenze sul minimale di € 792 oltre alle 3.452 di minimale. Dunque in tasca si ritroverà € 11.936 ( in caso di assenza di carichi di famiglia), mentre con moglie a carico il netto sarà pari ad € 12.626.

 

Commenti   

 
0 #3 Rossano Buffalmano 2014-07-07 09:07
Anche quello che tu affermi e' condivisibile!

Tuttavia poi entrano in campo 1000 fattori spesso ci si ritrova a fare lavori per cui non ci si sente portati o semplicemente si avevano altre aspettative.

Ancora piu' complesso e' il mondo del lavoro quello di fabbrica per essere piu' precisi , ove si dice chiaramente tu sei qui a fare questo punto! In altre parole fai e basta pensiamo noi.....non chiederti neanche cosa stai facendo.

Sono ditte "vecchio stampo" per fortuna oggi molte aziende considerano i dipendenti una risorsa!

Fortunato e' chi fa' un lavoro che ama.

Ma non voglio difendere i fannulloni , la mia riflessione era leggermente diversa , in quanto oggi si invita ad aprire attivita' , investire i propri risparmi....e poi c'e' poca chierazza sui costi e si rischia di perdere anche i piccoli risparmi faticosamente accantonati.

Qui anche con l'intervento dell'esperto volevo far riflettere sulle pontenziali fortune/sventur e di attuivita' in proprio.

Tuttavia e' bello il tuo messaggio! la crisi spesso e' una scusante per restare sul divano di casa o la sera al bar ( per quei pochi che restano aperti :) ) ad aspettare...... .
Citazione
 
 
0 #2 TONY RUGGIERI 2014-07-05 07:09
Ciao Rossano, a mio avviso concordo pienamente con tutto ciò che dici tu ma ti riporto di seguito quello che ho avuto ed ho tuttora modo di riscontrare lavorando per una nota azienda di vallata: parecchie sono le persone spesso giovani anche che bussano in cerca di un lavoro presentandosi con il classico bigliettino da visita del"ma quanto mi dai" e quante ore devo fare? Ora io penso che far valere i propri diritti sia un conto mentre cercare a priori un posto di lavoro che in realtà rappresenti non una priorità (così come dovrebbe essere)ma piuttosto un "passatempo" a cui dedicare il minimo o anche meno di risorse o tempo sia un altro conto.
Personalmente credo sia vero che la pressione fiscale, l'eccessiva burocrazia e la scarsa efficenza delle pubbliche amministrazioni in genere rappresentino un ostacolo non indifferente per chi faticosamente cerca di inventarsi qualcosa in questo contesto di sterilità di idee e sbocchi, ma noto ahimè con rammarico che parecchi(i giovani in primis) si nascondono dietro questa situazione di ristagno per fuggire spesso dalle loro responsbilità e non ammettere quindi che poltrire richiede molto meno fatica che alzarsi tutte le mattine per andare a fare un lavoro non "giusto per" ma con dedizione e senso del dovere....i sogni rubati, il futuro rubato, la dignità di certo non tornano restando ad aspettare o continuando con il lamentelismo a priori...
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+2 #1 Rossano Buffalmano 2014-06-30 18:35
Ringrazio il mio amico o meglio Dottore Commercialista.

Leggendo quanto sopra mi sono fatto una mia idea , ripeto e' una mia idea e non voglio scoraggiare o essere pessimista!

Pero' per la pressione fiscale NON SI PUO' FARE NULLA! e tanto meno si puo' creare nuova occupazione.

Entro nel merito , se io sono un giovane disoccupato , e voglio provare e inventare qualcosa e come dice nell'articolo provo con e-commerce di prodotti tipici.

Mi metto in regola e sicuramente rischio di dare fondo ai miei risparmi.

Comincio ed e' chiaro che non stanno aspettando me , potrei anche fatturare 7000 euro l'anno e chi fa' e-commerce sa quando e' difficile pero' ad un disoccupato potrebbe stare bene! meglio di nulla giusto?

Invece sono appena sufficienti per pagare i contributi inps una stangata di 864 euro ogni 4 mesi se ben ho capito.

TUTTO QUESTO E' SCANDALOSO E NON SI POTRA' CREARE NUOVA OCCUPAZIONE!

CON QUESTA PRESSIONE FISCALE A MIO AVVISO SI INDUCE INDIRETTAMENTE LA GENTE A SCELTE ESRTREME!

Idem vale per le aziende perche'!

Quanti capannoni chiusi!

quanti imprenditori in fuga!

Qui bisogna riflettere qui la politica nazionale deve dare risposte!

Ma non ci saranno risposte perche' ci sono pochi che hanno tutto l'interesse a mantenere poltrone e stipendio sul sangue di tutti noi!

Ci hanno rubato dignita' , sogni , futuro......


Scusate ma io la vedo cosi'!
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