IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA

(Il titolo è un omaggio a Fabrizio de Andrè)

"una scelta in controtendenza, mentre tanti vanno via, lei e' venuto a Montefino"

 

Alfredo Granelli è nato a Roma il 20agosto 1948, nello storico Rione Prati, a due passi da Castel S. Angelo e da San Pietro.

Si è diplomato presso l’I.T.C. Vincenzo Gioberti, dove ha incontrato uno dei Maestri che hanno segnato la sua vita, il Prof. Aldo Gnoli, nobile romano, illustre cultore di Dante e valente poeta.

Ha svolto il servizio militare come Ufficiale di Artiglieria e proprio sotto le armi ha iniziato a comporre poesie in dialetto romanesco, viziaccio che ancora coltiva di quando in quando.

Nel 1973 si è laureato presso l’Università La Sapienza di Roma, con una tesi sulle Ferrovie del Lazio, dove ha trattato del mondo dei treni, di cui è grande appassionato.

Subito dopo, è entrato in una delle maggiori banche italiane, dove ha percorso i vari gradini della carriera, tanto da diventare ispettore, carica ricoperta fino al momento della pensione.

Per motivi di lavoro ha vissuto a Salerno, a Macerata, a Verona, a Fermo e ad Ancona, ovviamente oltre che a Roma.

Infine si è stabilito a Montefino, in quello che considera il suo “Buen Ritiro”, dove vive in compagnia della sua seconda moglie Italia Raggiunti, originaria di Cellino Attanasio e di sei gatti (tre femmine e tre ex-maschi).

 

1) Com'e' stato il suo primo incontro con Montefino , cosa l'ha colpito!

La prima cosa che mi ha colpito è stata la strada: stretta, tortuosa, piena di buche… Ecco un bivio, gira di qua… Altro bivio, gira di la’… Non si arrivava mai!!!

Ma io venivo da Ancona (e quindi da Roseto). Poi ho imparato che per chi viene da Pescara arrivare a Montefino è molto più facile. Ed è ancor più semplice per chi viene da Teramo, da L’Aquila o da Roma: basta uscire dall’A24 a Val Vomano e seguire per 26 Km la statale 81; facilissimo!

Perfino mia cugina Daniela è riuscita a non perdersi…

2) Com'e' maturata la scelta di investire soldi e venire a vivere stabilmente a Montefino?

Da bambino trascorrevo le vacanze estive in un piccolo paese della Sabina ed ero affascinato dalla vita che conducevano i miei coetanei di là. Loro erano liberi e vivevano all’aria pura, chi stava in città non era libero e respirava cemento (lo dice pure Celentano nel Ragazzo della via Gluck). Io piangevo quando a fine agosto si doveva tornare a Roma, dove non potevo giocare per la strada e dove l’aria già cominciava ad essere inquinata.

Il mio sogno nel cassetto dunque, era quello di andare, prima o poi, a vivere in una piccola realtà agreste.

Inoltre, adoravo i libri di Don Camillo, opera del grande Giovannino Guareschi, il quale ben descriveva la casa tipica di campagna: squadrata, senza fronzoli, con muri grossi e poi… “Le finestre hanno la loro brava simmetria e sono messe tutte per il verso dei cristiani, col lato corto in basso perché i cristiani sono tutti col lato più corto in giù e il lato più lungo in piedi”.

Le case di città, invece, le finestre ce le hanno orizzontali e ciò - seguendo il pensiero di Guareschi - è come un insulto alla natura.

Io, che la penso come lui, quando ho scoperto che la casa di Pierino Raggiunti a Crocetta S. Maria era precisa identica a quella dei miei sogni, dovevo assolutamente accaparrarmela, anche a costo di sposarmi Italia, la figlia di Pierino!

E’ stato così che, con un colpo solo, ho trovato il paese, la casa e la moglie…

3) Come sono i Montefinesi e come l'hanno accolta?

Impossibile rispondere alla prima domanda, perché i Montefinesi sono circa 1.500 e sono uno diverso dall’altro, per cui ci vorrebbe un sacco di tempo.

Circa il modo con cui sono stato accolto, penso che molti dei Montefinesi con i quali ho avuto a che fare hanno subito pensato che sono matto e quindi hanno colpito esattamente nel segno.

D’altra parte, secondo logica comune, solo la follia può portare una persona da Roma a Montefino, a spendere per giunta una barca di quattrini per risistemare una vecchia bicocca di campagna, invece di comprare un bell’appartamento a Silvi Marina, come mi suggeriva qualcuno…

4) Cosa le piace e cosa non le piace di questo paese!

Della bontà dell’aria ho già detto.

Vogliamo parlare del Gran Sasso, che posso ammirare quando voglio dalle finestre di casa?

Da Silvi Marina magari non lo avrei visto.

Vogliamo parlare della natura pressoché incontaminata, che ha letteralmente conquistato anche Caroline Brown? La quale è la ragazza 17enne del Texas, che a luglio del 2008 ha trascorso tre settimane a casa mia, facendo (parole sue) la più bella vacanza della sua vita.

Non trascuriamo poi l’aspetto gastronomico. Grazie alla complicità di alcuni “artisti”, come la mia “Magistra mozzarellaria” (al secolo Maria Preziosa Di Mercurio) e come i “Mastri di Carne” Tizio, Roccuccio e Achille (prima che ci lasciasse per altri lidi), riesco a godere di sapori che a Roma me li sarei sognati.

Che io non sia esagerato, lo dimostra il favore con cui vengono accolti salsicce, lonze, prosciutti e carni grigliate varie, allorché piombano a casa mia parenti e conoscenti che normalmente vivono in città, dove mangiano la merda (ops! scusate… m’è scappato).

5) Entrando piu' nello specifico , lei vive in una piccolissima contrada Crocetta S. Maria , le piace la piccola contrada?

Come dice un altro dei miei idoli, Renzo Arbore, “Meno siamo e meglio stiamo”.

Poi Crocetta è piccola, ma a me offre molto.

C’è Valeria con il suo fornitissimo Supermarket, dove riesco a soddisfare quasi tutti i miei bisogni.

 

C’è il Bar Santa Maria, che personalmente non frequento, perché amo Orazio e Marisa, ma non amo i bar in generale.

Però quando vengono a trovarmi gli amici, possono usufruire degli ottimi caffè o dei graziosi cappuccini che la Ditta O&M fornisce.

Ma, soprattutto, la Contrada è sede di ben due officine meccaniche e con le tante automobili vecchie che mi ritrovo, sarei davvero nei guai senza la valente collaborazione di Dino, Luigi e Massimo (in ordine rigorosamente alfabetico).

 

 

6) Pensa di essersi inserito nel tessuto sociale del paese e della contrada?

Francamente no e ciò è solo in parte spiegabile con il mio carattere non facile.

Diciamo che ho provato a dare vita a qualche iniziativa ed a partecipare a qualche altra.

Ma non mi sono divertito e… fare le cose senza divertirmi non mi piace.

Ho trovato maggiore audience a Bisenti presso la “Corale Lamberto De Carolis”, a Montegualtieri presso il “Gruppo Folk Vomano” e ad Appignano nell’ambito della “Caccia alle Streghe” dell’estate 2008, dove mi sono davvero divertito tantissimo!

Ora sto cercando di inventarmi qualcosa nel campo teatrale. Vedremo cosa accadrà.

7) Come vede il futuro di questo paese?

Dipende…

Se si va cercando una sorta di rivincita contro le marginalità che hanno afflitto (e talvolta affliggono ancora) i piccoli centri rurali come Montefino, allora si tenterà magari di creare qualche posto di lavoro con nuove fabbriche, che andranno a snaturare la Valle del Fino ancor più di quanto fatto finora.

Il futuro di Montefino, ma anche di Arsita, Bisenti, Castiglione e Castilenti, va costruito intorno a quelle che sono le caratteristiche peculiari della Vallata, evitando di offenderla ancora con insediamenti industriali, che sono lontani anni luce da usi e costumi di queste Terre.

Ma l’uomo moderno vuole a tutti i costi il benessere e per ottenerlo ci vogliono tanti soldi!

Non voglio star qui a discutere circa le cose che possono davvero rappresentare il benessere, perché andremmo troppo lontano.

Però, per rimanere al tema pregnante, che è quello dei volgari quattrini, ebbene, questi si possono fare non solo con l’industria, ma anche con l’agricoltura (che oggi offre condizioni di lavoro molto migliori del passato) e con l’artigianato, che ha un bacino di utenza impensabile.

Il mio amico falegname (di cui taccio il nome e lui sa perché) arricchirebbe nel giro di pochi anni se prendesse ordinazioni a Roma e dintorni, dove trovare un bravo artigiano è più difficile che reperire un cardiochirurgo.

A Castelnuovo Vomano c’è un’autocarrozzeria dove arrivano Porsche e Ferrari da tutta Italia.

In un casolare sperduto nella Valle del Fiume Menocchia (Ascoli Piceno) c’è un laboratorio specializzato nella riparazione di macchine fotografiche di ogni epoca e nazionalità. Non ce ne sta un altro simile in Italia ed ha clienti da Caltanissetta ad Aosta.

Ma ai giovani di oggi interessano mestieri come quelli nominati o come quelli del fabbro, del sellaio, del ceramista, dell’intagliatore, etc. etc.?

Dubito che ci sia un grosso interesse… Molto meglio ambire al posto in banca o in fabbrica.

E qui è colpa della cultura e, soprattutto, degli insegnamenti che impartiamo ai nostri ragazzi!

Ma fermiamoci, perché altrimenti il discorso si allungherebbe troppo…

E poi si dovrebbe parlare del turismo e, magari, lo faremo un’altra volta.

8) Lei ha fatto una scelta in controtendenza, mentre tanti vanno via, lei e' venuto a Montefino. Ma perche' tanti giovani lasciano questo Paese?

Perché le attuali logiche di mercato spingono a conquistare nel più breve tempo possibile quel “benessere” (fittizio) di cui sopra.

Logico che si pensi che la città offra più possibilità di arrivare al risultato il più presto possibile.

Purtroppo spesso non è così, ma intanto i giovani se ne vanno.

9) Si avvicinano le elezioni , quali sono secondo lei le priorita' che dovrebbe affrontare il nuovo Sindaco?

Per prima cosa, di concerto con i suoi omologhi di Arsita, Bisenti, Castiglione e Castilenti, dovrebbe avviare il processo di costituzione di un unico comune della Valle del Fino, da chiamare Valfino, Castelfino, Vallefino o come diavolo si preferisce.

Perché?

Perché un comune di 7/8.000 abitanti ha più peso politico ed economico, rispetto a cinque comuni di 1.500/2.500 anime cadauno (o neanche quelle).

Perché si risparmierebbero costi di gestione e si migliorerebbero i servizi offerti ai cittadini.

Perché finalmente (FORSE) si smetterebbe di ragionare secondo un’ottica di bieco e retrogrado campanilismo.

Non ci credo molto, ma mi è piaciuto buttarla lì. Sperare non costa nulla!

Grazie per la disponibilita' e complimenti per aver scelto di vivere a Montefino!

Grazie a Voi per l’opportunità che mi avete offerto. Però adesso vorrei essere io a fare qualche domanda.

Come mai tante famiglie che vengono dalla Germania, dall’Inghilterra, dalla Francia, dal Belgio e da altri Paesi lontani, sia geograficamente sia culturalmente dall’Abruzzo, vengono in questa Regione (alcuni proprio in questa Vallata), comprano casa e ci si stabiliscono?

Sono tutti matti come me?

O forse ci abbiamo ragione noi ed ha torto chi scappa da qui?

“Ah! Saperlo!” - come diceva il filosofo Riccardo Pazzaglia (compagno di merende di Renzo Arbore).

Ancora grazie e un salutone a tutti i lettori.

Messaggio di servizio per Rossano: “Complimenti per la trasmissione!”